Baudolino sapeva che una buona reliquia poteva cambiare il destino di una
città, farla diventare meta di pellegrinaggio ininterrotto, trasformare una
pieve in un santuario. A chi potevano interessare i Magi? Gli venne in mente
Rainaldo: gli era stato dato l’arcivescovado di Colonia, ma doveva ancora
andarvi per esservi ufficialmente consacrato. Entraren ella propria cattedrale
portandosi dietro i Magi sarebbe stato un gran colpo. Rainaldo cercava dei
simboli del potere imperiale? Ed ecco che aveva sottomano non uno ma tre re che
erano stati al tempo stesso sacerdoti.
Chiese al prete se poteva vedere i
corpi. Quello chiese di aiutarlo, perchè bisognava fare ruotare il coperchio del
sarcofago sino a che non avesse messo allo scoperto la teca in cui i corpi erano
custoditi.
Fu una fatica, ma valeva la pena. O meraviglia: i corpi dei tre Re
sembravano ancora vivi, anche se la pelle si era rinsecchita e incartapecorita.
Ma non si era abbrunita, come accade ai corpi mummificati. Due dei Magi avevano
ancora un volto quasi latteo, uno con una gran barba bianca che scendeva sino al
petto, ancora integra, anche se indurita, che sembrava zucchero filato, l’altro
imberbe. Il terzo era color ebano, non a causa del tempo, ma perchè scuro doveva
essere anv+che in vita: sembrava una statua di legno, e aveva persino come una
incrinatura sulla guancia sinistra. Aveva una barba corta e due labbra carnose
che si sollevavano mostrando due soli denti, ferini e candidi. Tutti e tre
avevano gli occhi spalancati, grandi e attontiti, con una pupill lucente come
vetro. Erano avvolti dat re mantelli, uno bianco, l’altro erde e il terzo
porpora, e dai mantelli spuntavano tre brache, lla foggia dei barbari, ma di
puro damasco trapunto da file di perle.
Baudolino rientrò veloce negli
accampamenti imperiali, e corse a parlare da Rainaldo. Il cancelliere capì
subito quanto valeva la scoperta di Baudolino, e disse: “Bisogna fare tutto di
nascosto, e prsto. Non si potrà portare via tutta la teca, è troppo visibile. Se
qualcun altro qui intorno si rende conto di cosa hai trovato, non esiterà a
sottrarcelo, per portarlo nella propria città. Farò preparare tre bare, di legno
nudo, e durante la notte li portiamo fuori le mura, dicendo che sono i corpi dit
re valorosi amici caduti nell’assedio. Agirete solo tu, il Poeta e un mio
famiglio. Poi li lasceremo dove li avremo messi, senza fretta. Prima che possa
portarli a Colonia occorre che sull’origine della reliquia, e sui MAgi stessi,
siano prodotte testimonianze veritiere. Domani tornerai a Parigi, dove conosci
persone sapienti, e trova tutto quello che puoi sulla loro storia.”
Nella
notte i tre re erano stati trasportati in una cripta della chiesa di San
Giorgio, fuori le mura. Rainaldo aveva voluto vederli, ed era esploso in una
serie di imprecazioni indegne di un arcivescovo: “Con le brache? E con questo
berretto che sembra quello di un giullare?”
“Signor Rainaldo, così vestivano
evidentemente a quell’epoca i savi dell’Oriente; anni fa sono stato a Ravenna e
ho visto un mosaico dove sulla veste dell’imperatrice Teodora i tre Magi sono
raffigurati più o meno così”