Baltasar Porcel
Ulisse in alto mare
“Sono le sei del mattino. Il grande rumore della città un fragore
diffuso cagliato di urla e di boati, sale fino al mio letto, una grande
ottomana verde tra quadri e libri: il piccolo Matisse, arancione e blu,
una donna dalle linee ricurve e semplici accanto a un comodino con un
vaso di margherite; un Cuixart dal suntuoso cromatismo con un verde
volto maligno; gli scaffali con Omero; Svetonio, Emily Dickinson, Josep
Pla, Nietzsche, la Bibbia... E il modellino del veliero ottocentesco e
il canterano olandese d’iridada ebanisteria floreale.
È da tempo che sono sveglio, ho mal di testa, avrei dormito volentieri
più a lungo ma so che mi ci vorrebbe almeno un’ora per riuscere a
riaddormentarmi e che riprenderei sonno proprio quando dovrei alzarmi.
Cambio posizione.
Nel periodo dell’adolescenza, non c’era verso di svegliarmi di mattina.
Ricordo il raggio di sole estivo contro la persiana rossa, un alone
rossastro inondava la camera como se fosse spraggiunta una visita
allucinata e sensuale, io rimanevo immobile a letto, con la volontà
spenta, mentre mia madre mi chiamava, mi chiamava... E poi, giunta
l’epoca della maturità, il mio risveglio alle prime luci del mattino:
cominciare a lavorare in uno stato di rilassatezza mi riempiva l’animo
di vigore, mi veniva quasi da sorridere.”
Traducido por Francesco Ardolino
Baltasar Porcel, Ulisse in alto mare
. PORCEL, Baltasar. Ulisse in alto mare. Traduzionde di Francesco Ardolino. Viareggio-Lucca: Mauro Baroni editore, 2000